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Cronache dal Tummy Camp 2018 – 2° parte

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Godiamoci anche la cronaca della seconda puntata del Tummy Camp ’18, sempre raccontata dal nostro fantastico narratore (al secolo Walter Marcolin).

Ieri mi ero dimenticato di ringraziare il Responsabile del Camp per il ruolo assegnatomi, che mi consente di avere del tempo a disposizione per stilare questi resoconti: Autista Ufficiale di pulmino! Eppure qualcosa avrei dovuto sospettare quando lo scorso anno mi disse: “Il tuo ruolo oggi è limitato, nel prossimo camp potrai fare molta più strada, sarai il mio chief driver”. Ed io ovviamente subito accettai, anche perché quel parolone in un idioma a me così ostico suonava tanto bene….

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Oggi Giove Pluvio ha voluto fare onore al suo nome, nonostante io mi fossi raccomandato in proposito. “Stai sereno”, mi aveva risposto, facendo il verso ad un noto (??) politico (??) di sinistra (??): anche qui un qualche dubbio avrebbe dovuto passarmi per la testa.

Conseguente composizione dei gruppi stravolta (AdA è un caterpillar in tal senso), con una carovana di auto partita sotto la pioggia, moderni pionieri alla conquista del Far Domo (dossola), e un altro gruppo in marcia forzata sotto il nubifragio, come nelle migliori pellicole amerikane sui marines nella giungla asiatica.

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Tranquille mamme, sinora nessuna conseguenza (tipo raffreddori, riniti, otiti, mal di gola, bronchiti, polmoniti o cose più gravi).

Siamo riusciti in tal modo a stancare la masnada di invasati, nella speranza che al tramontar del sole si (ci) concedessero qualche pausa.

Macché, eccoli lì, dopo doccia e cena, tutti vispi per la partenza del “Tummy Got Talent”, la vera ragione della loro presenza in quel di Druogno.

Performance talvolta rivedibili, ma attori profondamente coinvolti e soprattutto istruttori con le lacrime agli occhi per il divertimento, in una bolgia da girone dantesco. Si fa ovviamente più tardi del dovuto, ma va bene, va bene così (Copyright by Vasco).

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E finalmente, mentre le Belve dormono (dormono?), possiamo procedere con la riunione tecnica, davanti ad un buon bicchiere di acqua tonica (alcool verboten, come da imposizione di Colei Che Tutto Controlla).

Si vocifera che un istruttore abbia venduto la propria anima al diavolo in cambio di 10 birre. Come cambiano i tempi: erano diecimila lire nel Don Camillo di Guareschi.

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