Tummy camp

Tummy Camp – Cronache da Druogno

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Driin. La sveglia- Sono le 7. Alzati uomo e vai a lavorare. La cavia che c’è in me sta per scattare come se avesse percepito la presenza di un grosso e famelico gatto, poi un lampo: “ma sono al camp!”. Alzo la tapparella – elettrica, che sciccheria – e vedo tetti d’ardesia e montagne e verde tutto attorno, apro la finestra e i miei polmoni gridano: “Grazie di – e anche per il – cuore”.

di Walter Marcolin

C’è il sole, a colazione i ragazzi immagazzinano energia (quasi) in silenzio, gli istruttori li controllano con sguardo attento ma benevolo, come si fa con i cuccioli di altre razze che stanno scoprendo la vita.

fullsizerenderPer un attimo vengo preso da un velo di tristezza per la sera prima, e non è nostalgia per la mia meravigliosa Signora che da illo tempore mi onora della sua presenza nella mia altrimenti grigia esistenza. No, iersera abbiamo perso Gara 1 a Stradella, 150 minuti in auto nella notte con coach AdA (Andrea d’Alonzo, ndr) ad analizzare fotogramma per fotogramma la partita non ci hanno restituito serenità.

Ora qualche indicazione tecnica. Tre campi d’allenamento, due coperti ed uno (meraviglioso, ma è limitativo) immerso nella pineta, aria iper-salubre, sempre ventilato, ombra al mattino e sole al pomeriggio, con tante puntate alla fontanella a dissetarsi e bagnarsi la testa.

Ragazzi divisi ovviamente in tre gruppi (Scoiattoli/Aquilotti, Esordienti e U13) che si alternano anche tra mattina e pomeriggio nelle diverse palestre, sì da assicurare impegno analogo per tutti (la passeggiata a piedi per raggiungere il campo in pineta necessita di circa 30′, tempo che tende a raddoppiare con coach Carlo).

Sei allenatori che a coppie – mai fisse – si prendono cura, sempre con l’alternanza mirata studiata da AdA (d’ora in avanti il Capo per semplicità) dei gruppi suddetti. Il tutto sotto la supervisione di FF, Ferdi per gli amici, che non Vi presento perchè ormai conosciuto da tutti nel mondo Tummy, insostituibile nelle mille mansioni cui si dedica. Ma soprattutto: come fa a ricordarsi a memoria nome e cognome dei nostri 700 iscritti?

Di questa giornata – la prima per me, seconda del camp – è da evidenziare soprattutto l’entusiasmo di tutti, elemento basilare per il successo dell’iniziativa. Con qualche – raro – episodio di mammite acuta, malattia che si trasmette per telefonino (dai, fatemelo chiamare ancora così), strumento per la cui eliminazione in tanti frangenti mi sto invano battendo.

Nel pomeriggio Scoiattoli ed Aquilotti, dopo essersi sorbiti l’ovvia razione di basket, si sono dilettati coi Tubbies. Tubbies?!? Cerco nelle mie reminiscenze liceali di francese (era nel millennio scorso) e non trovo nulla. But it’s English, obviously. In sintesi, senza voler spaventare i genitori; gommoni sui quali i pargoli vengono fatti scendere a velocità indicibile lungo un percorso in pendenza. Il divertimento è assicurato (anche la Polisportiva!!!). In aggiunta i trampolini elastici, dove mi riferiscono che i più scatenati fossero i nostri seri ed ultra-professionali istruttori Manuela e Lorenzo.

Serata conclusasi per la stanca truppa con la visione di Gara 2 tra Venezia e Trento, e luci spente alle 23,10 come da attenta verifica da parte degli allenatori. Su quante si siano subito riaccese non ci è dato di sapere.

Dopodichè l’inevitabile riunione tecnica del Capo, indorata da qualche rivitalizzante bevanda (il cui contenuto d’alcool non può essere fornito a causa della privacy).

fullsizerenderDistrutto – dalla fatica fisica ma soprattutto da una raffica di freddure/battute di Carlo, il Capo è crollato nella disfida a scopa d’asso, lasciando via libera alla coppia Ferdi-Carlo sotto l’occhio comprensivo del suo socio, che ha accettato sportivamente il verdetto. Gara 2 questa sera, il Coach rischia.

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